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Economia e Prodotti della Montagna

L’olivicoltura
Nel Lazio l’olivicoltura è presente in tutte le Provincie con una superficie complessiva di circa 84.000 ha ( 7,5 %  della produzione nazionale) di cui l’83% in zona collinare; il territorio della IX Comunità Montana produce il 31% di olio della Provincia di Roma rappresentando quindi una realtà economica fondamentale. 
A seguito delle gelate del 1985, il numero delle piante di olivo è passato da 1.437.080 della stagione 1984/85 a 614.246 della stagione successiva, pertanto la Comunità Montana ha avviato un consistente programma di reintroduzione delle piante facendo si che, nell’annata 1995-96, si sia tornati ad avere ben 1.201.363 piante di olivo. 
Nell’ambito di questo programma sono state assegnate  oltre 110.000 piantine di olivo interessando una  superficie ragguagliata di circa 500 ha che hanno coinvolto  circa 1100 aziende; oltre a questo è stata introdotta la tecnica della lotta guidata alle malattie dell’olivo per ottimizzare l’uso degli antiparassitari; sono stati quindi ammodernati e adeguati diversi frantoi al fine di garantire un prodotto di qualità. 
L’olio extravergine di oliva  Sabina è il primo olio ad aver ottenuto la 
Denominazione di Origine Controllata in Italia, riconosciuta in data 29.05.1995 successivamente riconosciuta dall’Unione Europea in data 01.07.1996. Le olive destinate alla produzione dell’olio extravergine  d.o.c. Sabina devono essere prodotte nel territorio di  12 Comuni della Provincia di Roma e 32  nella Provincia di Rieti; il territorio di alcuni importanti comuni ricadono poi nella  IX Comunità Montana e specificatamente: Guidonia Montecelio, Marcellina, Monteflavio, Montorio Romano, Palombara Sabina, Sant’Angelo Romano, San Polo dei Cavalieri, Scandriglia.  
Le varietà d’olivo maggiormente diffuse  in questa zona sono Carboncella, Frantoio, Leccino, Rosciola, Moraiolo, Olivastrone, Pendolino e Raja. I sesti d’impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura sono quelli tradizionalmente  usati e comunque atti a non modificare le caratteristiche delle olive e dell’olio. L’olio  di questa zona risponde alle seguenti caratteristiche : il colore è  giallo oro con sfumature sul verde , l’odore ed il sapore è di fruttato, uniforme, aromatico, dolce, amaro per gli oli freschissimi. 
L’acidità massima totale, espressa in acido oleico, in peso, non eccede gr. 0,7 per 100 gr. di olio. La tecniche di coltivazione e lavorazione delle olive sono tali da garantire un  prodotto ed un olio di qualità. In particolare la raccolta è concentrata  nel periodo  dell’invaiatura delle drupe; le olive vengono quindi raccolte esclusivamente dalla pianta, evitando rigorosamente la raccolta a terra ( brucatura ) e depositate in cassette areate e portate al frantoio affinchè la molitura avvenga entro 24 ore dalla raccolta . 
Al frantoio le olive vengono sottoposte a lavaggio a temperatura ambiente escludendo qualsiasi altro trattamento fino all’estrazione che avviene solo con processi meccanici e fisici tali da mantenere inalterate le   caratteristiche del frutto. 
La IX Comunità Montana nell’ambito delle iniziative volte alla valorizzazione del prodotto ha effettuato un intervento pilota sulla produzione locale facendo valutare le caratteristiche organolettiche dell’olio (panel test) dall’ Università di Napoli e le caratteristiche fisico-chimiche con  sofisticate analisi spettrografiche condotte dal Centro di Ricerca del C.N.R. di Montelibretti (Roma). 
Sia le analisi che i test condotti  hanno certificato la qualità della produzione ed hanno suggerito alcune metodologie che, applicate ai sistemi produttivi, garantiscono i più alti standard di qualità.

La coltivazione delle castagne
L’ area di diffusione di questa coltura ricade nella parte Sud-est dei monti Prenestini nei territori dei Comuni di Capranica Prenestina, S. Vito Romano e Rocca di Cave. 
La superficie di terreno investita a castagneto da frutto è di circa 300 ettari per una produzione che si aggira sui 1000 q.li. Nel Comune di Rocca di Cave viene prodotta una castagna locale: la castagna di Rocca di Cave, ed il "marrone ed il marroncino di Rocca di Cave". 
Nei Comuni di Capranica Prenestina e San Vito Romano, il prodotto, costituito da una castagna piccola, dolce e che si sbuccia facilmente: la castagna di Capranica Prenestina, viene generalmente essiccata, con metodi tradizionali, in cassette di esseccazione costruite in pietra. Al piano campagna della cassetta viena acceso un fuoco, senza fiamma, 
alimentato per circa un mese, che produce il calore ed il fumo necessari ad essiccare le castagne raccolte e sparse in un soppalco realizzato in gratticciata di canne intrecciate. 
Le cassette di essiccazione, diffuse in tutta l’ area castanicola, rappresentano la testimonianza di una tradizione secolare di lavorazione, ed un interessante richiamo turistico.Il risultato finale del processo di essiccazione è la produzione della "mosciarella" la tipica piccola castagna senza buccia diffusa nel mercato romano. 
Appuntamento tradizionale in Comune di Capranica Prenestina è la "Sagra della Mosciarella" che si svolge ogni anno l’ otto dicembre. 
Nel Comune di Rocca di Cave, nella prima domenica di novembre, segnaliamo la Sagra della Castagna dove vengono offerte ai partecipanti le "verole", castagne arrostite e i "valleni", castagne bollite. 
Anche i metodi di coltivazione della castagna nel territorio della IX Comunità Montana sono di tipo tradizionale ed escludono l’ uso di qualsiasi pesticida o anticrittogamico per cui il prodotto deve essere considerato biologico. 
Gli impianti di castagno dell’ area comunitaria, come in ogni area castanicola italiana, hanno subito negli ultimi decenni i gravissimi attacchi del cancro della corteccia. Al riguardo la IX Comunità Montana ha finanziato una campagna di risanamento dei castagneti mediante interventi di potatura di risanamento.  

La frutticoltura
Gli alberi da frutta occupano circa 1500 ha del territorio comunitario. I comuni, in cui la coltivazione dei frutteti è maggiormente diffusa, sono quelli di Palombara Sabina, Marcellina, S. Polo dei Cavalieri, Tivoli, Guidonia e Montorio Romano. Nel Comune di Castel Madama è presente, anche se su superficie limitata, una varietà locale di pera molto rinomata per le sue caratteristiche qualitative: la Pera Spadona. Tra le colture praticate riveste importanza particolare la coltivazione delle ciliegie presente, soprattutto, nei Comuni di S. Polo dei Cavalieri, Marcellina, S. Angelo Romano, Palombara Sabina e Montorio. Le cultivar più diffuse sono quelli precoci, come la Bigarreau Moreau, che si raccoglie a maggio, e la tradizionale cultivar Ravenna che si raccoglie a giugno. La raccolta viene effettuata in diverse riprese quando i frutteti hanno la colorazione caratteristica e la polpa risulta ancora soda. Poiché le caratteristiche pedoclimatiche del territorio permettono una raccolta molto precoce le ciliegie, prodotte nel territorio comunitario, riescono a spuntare prezzi significativi e rappresentano una fonte di integrazione di reddito interessante per gli operatori agricoli. Poiché la coltivazione delle ciliegie rappresenta una coltivazione tipica e tradizionale del territorio della IX Comunità Montana si intende valorizzare a salvaguardare tale produzione attraverso l’istituzione di un marchio di qualità con l’iscrizione del prodotto all’albo dei prodotti  della montagna italiana. L’importanza e la tradizione della coltivazione delle ciliegie nel territorio comunitario è evidenziata, anche, dalle numerose sagre delle "cerase", nome dialettale delle ciliegie, che annualmente si svolgono nel periodo primaverile nei paesi della Comunità Montana.

La viticultura
La vite è presente su buona parte del territorio comunitario ad esclusione dei Comuni più alti della Comunità Montana (Capranica Prenestina, Castel S. Pietro, Rocca di Cave, Orvinio, Monteflavio) interessando una superficie di circa 1.300 Ha. La coltivazione della vite è presente soprattutto nei Comuni di Palombara Sabina, San Vito Romano, Castel Madama, Guidonia Montecelio, Sant’Angelo Romano, Tivoli, Marcellina e Montorio Romano. Le cultivar più diffuse sono il Trebbiamo toscano, la Malvasia del Lazio, la Malvasia di Candia, il Sangiovese ed il Montepulciano. 
Molto importante per la valorizzazione della viticoltura della IX Comunità Montana è stato il riconoscimento della denominazione di origine controllata dei vini "Colli della Sabina". L’area interessata al DOC comprende, infatti, i vigneti ubicati in numerosi Comuni del territorio  comunitario ed in particolare in quelli di S, Angelo Romano, Guidonia Montecelio, Montorio Romano, Palombara Sabina e San Polo dei Cavalieri. Nel Comune di Tivoli troviamo, seppur in una superficie molto ridotta, circa 50 ettari circa, il Pizzutello di Tivoli, un’antica varietà di uva da tavola molto rinomata e apprezzata in zona.


ultimo aggiornamento di Martedì 27 Febbraio 2018 12:53
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